Per creare un mandala si comincia con il disegnare un cerchio.
Può essere semplice come il cerchio disegnato da un bambino o complesso come le immagini sacre disegnate dai monaci tibetani.
La parola mandala dal sanscrito si traduce “cerchio sacro”. In tibetano è Kyl-kor e significa “centro e circonferenza”.
Nella tradizione tibetana, i mandala sono realizzati con la sabbia colorata e fanno parte della cerimonia di iniziazione dei monaci buddisti con lo scopo di veicolare la meditazione. I disegni, molto complessi, sono una rappresentazione della nascita del cosmo e la loro realizzazione richiede molta cura, pazienza e concentrazione perchè la sabbia viene distribuita lentamente attraverso una “cannuccia” sottile.
Al termine del rituale, il mandala viene distrutto, la sabbia viene spazzata verso il centro e poi raccolta in un’urna. Una parte viene distribuita ai presenti, mentre il resto viene gettato nel fiume più vicino. La rapida distruzione del mandala, dopo ore o giorni di duro lavoro, simboleggia la transitorietà della vita e la fugacità delle cose materiali.
Fare un cerchio porta sempre ordine nelle cose. Anche lo scarabocchio caotico raggiunge una certa armonia quando racchiuso all’interno di un cerchio. Organizzare forma e colori in un disegno circolare è come l’atto dell’Uroboros, organizzare la confusione in strutture di significato.
Un cerchio suggerisce un centro, un punto centrale, allo stesso modo in cui un vetro focalizza i raggi del sole in un unico singolo punto. In un cerchio il centro è sempre presente e attrae il tuo sguardo. La capacità del cerchio di catturare e focalizzare la tua attenzione significa che noti di meno ciò che c’è fuori dal cerchio. Come sa bene un meditatore, concentrare la tua attenzione su una cosa sola produce un generale rilassamento nel tuo corpo: il tuo respiro diventa più profondo, il battito cardiaco rallenta.
Distratti dalle mille richieste quotidiane il mandala ci dà la possibilità di ricominciare ad ascoltare il nostro “centro”.
La colorazione di un mandala, è uno strumento di meditazione attiva, una pratica molto semplice e alla portata di tutti (compresi i bambini), che consente di focalizzare la nostra attenzione lontano dalle preoccupazioni e dallo stress ed esprimere il nostro potenziale creativo attraverso il movimento ritmico della colorazione.
Quando coloriamo un mandala, il nostro obiettivo è essenzialmente quello di concentrarci sul processo di colorazione ed essere consapevoli di noi stessi, di ciò che proviamo mentre lo coloriamo. Questo “stato” porta dei notevoli benefici che tutti possono sperimentare.
Il mandala aiuta a:
- prevenire e gestire lo stress emotivo
- favorire il rilassamento e indurre sensazioni di tranquillità
- calmare la mente
- ridurre i livelli di ansia
- aumentare la consapevolezza di sé
- sviluppare la capacità di concentrazione
- migliorare la creatività
- facilitare la meditazione
- diminuire le tensioni muscolari
- favorisce l’introspezione, il contatto con sé stessi, il cambiamento di vecchie abitudini
- colorare apre i canali della creatività: la scelta di colori e forme ci permette di agire contemporaneamente con la parte destra e sinistra del cervello, per dirla in breve, e questo allena le nostre facoltà logiche e creative a lavorare insieme.
Colorare o creare un mandala ci dà l’opportunità di stabilire un punto fermo nella giornata e magari in quelle successive e ci permette di dedicare con regolarità e continuità un tempo e uno spazio solo a noi stessi, totalmente liberi da ogni impegno.
Con la pratica ci alleniamo ad accogliere, senza giudicarlo, tutto quello che emerge dal profondo.
Colorare un mandala diventa un efficace addestramento mentale che favorisce la chiarezza, la concentrazione e la tranquillità della mente.
In questo modo non è solo uno strumento, ma può insegnarci il corretto atteggiamento mentale con cui affrontare la vita.
Colorare o creare un mandala significa mettersi in gioco, affrontare i propri limiti, lasciarsi andare e scoprire elementi di sé e della propria anima, ma in maniera leggera, piuttosto immediata e non mediata dalla parola, spontanea.
Insomma il mandala è uno strumento capace di metterci in relazione con la realtà in cui siamo immersi riportandoci allo stesso tempo al centro di noi stessi.
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